a cura di Redazione, il 11/11/2007
Martedì 13 novembre, nei locali dello Studio Arte Fuori Centro di Roma, si inaugura “Identità senza inchiostri”, mostra personale di Franco Altobelli. L’esposizione, curata da Maria Vinella, è il terzo appuntamento del ciclo Spazio Aperto 2007, in cui i critici Maria Vinella, Angelo Bertani, Gabriele Simongini e Luigi Paolo Finizio propongono le loro riflessioni critiche intorno alle linee di tendenza della contemporaneità.
Nella personale “Identità senza inchiostri” (il titolo della mostra si ispira ad alcuni suggestivi versi della poetessa perugina Anna Maria Farabbi), sono presentati i lavori realizzati nella recente ricerca espressiva di Franco Altobelli, architetto e artista abruzzese. Si tratta di opere su carta frutto di sperimentazioni condotte con molteplici mezzi e tecniche (dall'elaborazione digitale alle tecniche tradizionali, agli acrilici, le matite, i pastelli ecc.).
Supporto dei lavori è sempre il vassoio sagomato in cartone leggero, la cui forma e cornice l’autore assume creando una metafora, caustica e incisiva, dello schermo televisivo. E non solo. Difatti, il tema che Altobelli approfondisce - da alcuni anni - è quello dell'identità, dell’identificazione tra vero e verosimile.
Ciò che affascina l’artista sono le relazioni (difficoltose se non impossibili) che portano a vivere il reale, o meglio la “realtà reale”, direttamente, senza intermediari. Intermediari che, invece, generano un processo di sdoppiamento e di trasfert verso il soggetto cui identificarsi o verso il suo relativo simbolo, in una sorta di procedimento di “iconidentificazione”.
Le chat, non a caso, sono l’occasione in cui la comunicazione è possibile alterando la propria identità attraverso uno specie di maschera quale è, ad esempio, l'avatar; anche il fenomeno planetario di Second Life può essere interpretato come la sconcertante punta d'iceberg di una realtà che ormai non ri-conosce più se stessa. Sulle problematiche attuali riferite alle relazioni identità/alterità, riflette il testo critico di Maria Vinella.