Vasilij Kandinskij. Improvvisazione n. 34, 1913, olio su tela, cm 120x139. Kazan, Museo statale di Belle Arti della Repubblica del Tartarstan
a cura di David Bernacchioni, il 14/01/2009
Patrocinata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, aprirà i battenti il prossimo sabato 17 gennaio al Mart di Rovereto la prima (“Illuminazioni. Avanguardie a confronto: Italia - Germania – Russia”) di tre grandi esposizioni che intendono rendere omaggio, a cento anni dalla pubblicazione del manifesto del Futurismo, alla celebre e rivoluzionaria corrente artistica italiana del XX secolo.
FUTURISMO 100, questo il titolo del grande progetto curato da Ester Coen, che costituisce uno tra gli appuntamenti italiani più attesi delle celebrazioni del Centenario (1909-2009), proponendo, attraverso le tre importanti mostre (le altre due saranno “Astrazioni” al Museo Correr di Venezia dal 5 giugno al 4 ottobre 2009 e “Simultaneità”, dal 15 ottobre 2009 al 25 gennaio 2010 a Palazzo Reale di Milano), una rilettura inedita del futurismo, avanguardia artistica di cui restano ancora poco indagate le relazioni con la più audace sperimentazione europea dei primi del novecento.
L’articolato intreccio di nuove visioni, tecniche e linguaggi rivoluzionari che, quasi in assenza di confini geografici, ha percorso i primi due decenni del secolo passato, sarà illustrato attraverso il dialogo tra le mostre, ospitate non a caso in città la cui storia è strettamente connessa, in positivo e in negativo, al movimento futurista: Rovereto, Venezia e Milano.
Umberto Boccioni. Composizione spiralica, 1913, olio su tela, 92x95 cm. Milano, Civiche raccolte d’arte, Museo del Novecento
La mostra al Mart di Rovereto, dal titolo “Illuminazioni. Avanguardie a confronto. Italia - Germania - Russia” (17 gennaio-7 giugno 2009), indaga le complesse e spesso poco note relazioni tra i futuristi e i più importanti esponenti delle avanguardie russe e tedesche. Da una parte vengono prese in esame le relazioni con gli artisti di “Der Sturm”, come Marc Chagall, Vassilij Kandinskij, Paul Klee, August Macke, Franz Marc, a dimostrazione dei forti legami con il Paese dell’espressionismo.
Dall’altra il leggendario viaggio di Marinetti in Russia del 1914 – di cui il Mart, in coincidenza con la mostra, pubblica il primo inedito resoconto di uno storico dell’arte russo, il moscovita Vladimir Lapšin di recente scomparso – fornisce il filo conduttore per analizzare i rapporti con i pittori cubo-futuristi russi. A ribadire il fondamentale intreccio sviluppatosi a tutto campo tra Roma, Parigi e Mosca, tra i pittori futuristi e gli artisti russi, da Michail Larionov a Aleksandra Ekster, da Natal’ja Gončarova a Ol’ga Rozanova e molti altri ancora.
Lyonel Feininger. Denstedt, 1917, olio su tela, 87.3x118.4. Chicago, Terra Foundation for American Art, Daniel J. Terra Collection
Rovereto è la città destinata per vocazione, anche geografica, a rappresentare il punto d'incontro di poetiche e ideologie che, al di là della splendida e rigorosa logica costruttiva del cubismo, si sono incontrate con il futurismo lungo l’asse nord-orientale. Cinque sono le tappe di questa mostra, scandita da altrettante sezioni – rispecchiate nel catalogo – che per la prima volta raccontano un futurismo diverso e più vivo rispetto al taglio didattico e istituzionale generalmente conosciuto.
Attraverso i diversi luoghi geografici che hanno vissuto da vicino l’esperienza e la poetica del futurismo e della sua vitalità artistica, largamente diffusa dal veloce azionismo dei manifesti, si ripercorre la sorprendente storia di questo movimento. In una visione più dinamica e articolata, che tocca le capitali internazionali della cultura di quegli anni: da Parigi a Berlino, da Mosca a Roma, fino a New York.
Parigi, la città che accolse il giovane Marinetti alla fine dell’ottocento, come promettente intellettuale e poeta, oggi propone al Centre Pompidou una mostra che analizza la centralità e l’espansione del movimento fino al 1912. Per questa ragione al Mart si è voluto prendere in considerazione il periodo immediatamente successivo, inserendo Rovereto come tappa iniziale di un percorso diverso, arricchito dalla straordinaria collezione di materiali d’archivio di Gino Severini e di Carlo Carrà, acquisiti dallo stesso Mart.
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